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L’ESCURSIONISMO E L’ARCHEO-ESCURSIONISMO AUTOPOIETICO

Sono stati ricostruiti in Italia a all’estero, decine di itinerari naturali, con percorsi che vanno da luoghi conosciuti a luoghi ancora incontaminati di diversa conformazione e difficoltà, di elevato interesse naturalistico ed autopoietico.

Durante questi percorsi, si evidenzieranno le analogie tra l’ambiente naturale e l’Io-psyché, si praticheranno le tecnologie interiori insegnate durante gli stages di Sigmasofia finalizzate al vissuto diretto di quanto previsto dal

Manifesto di Sigmasofia ecologica.

Si affronteranno diverse situazioni ambientali anche molto difficili, e si potrà prendere consapevolezza degli stati coscienziali che nascono in ognuno di noi, quando si trova di fronte ad esse. Sarà possibile percepire direttamente gli stati coscienziali che, inevitabilmente, nasceranno dopo averli risaliti e transmutati, si potranno vivere particolari meditazioni-concentrazioni applicate ai principi attivi innati da cui la manifestazione naturale, ecologica (sole, alberi, elementi naturali, esseri viventi vento, pioggia, nubi, ecc.) nascono, questo vissuto, se realmente raggiunto, ci porterà a scoprire che siamo parte integrante e inscindibile dell’Oikos, dell’ecologia.

Si vivrà che il

nostro ecosistema energetico è parte dell’ecosistema della natura,

che l’ecologia di un ambiente coincide con la nostra ecologia Io-somato-autopoietica.

Fin dalla notte dei tempi l’essere umano e il suo Io-psyché si è mosso attraverso il viaggio a piedi.

Camminare è il modo naturale per spostarsi da un punto ad un altro del corpo di cui siamo parte integrante e non separata: la Terra e oltre.

L’Escursionismo coscienziale autopoietico, di seguito E.Co.A., segue un modo peculiare di camminare, lo fa ad occhi aperti, per osservare ogni minimo dettaglio del luogo del proprio corpo che sta esplorando e, simultaneamente, con gli occhi chiusi, ossia, abbinando la percezione interiore, nella grotta, delle immagini che il luogo esplorato suscita, dei ricordi, delle reminiscenze e, soprattutto, dei potenziali che permettono alla facoltà del percepire, di nascere.

È l’incontro con la natura dei luoghi interiori ed esterni, nell’accezione più ampia.

L’E.Co.A. non è interessato alla sola attività motoria scollegata dalla consapevolizzazione vissuta del luogo interiore-esterno esplorato.

L’esperienza mi prova, dopo aver accompagnato migliaia di persone, nelle diverse escursioni autopoietiche, che il novanta per cento di loro, vivendo identificato nella realtà cittadina, ha perso la capacità di saper vivere e penetrare se stesso: la natura, si tratta di una separazione da uno dei processi autopoietici più importante dell’essere umano.

Escursionismo coscienziale autopoietico è tornare a conoscere chi siamo, come siamo composti, quali caratteristiche abbiamo, come queste si sono trasformate nel tempo, come il pianete Terra, noi stessi, ci siamo modellati con il trascorrere dei secoli, della storia!

Gran parte di noi stessi è in vita, opera, ma spesso non ne siamo consapevoli, anche il volo di uno stormo di uccelli, orsi, lupi, faggete, campi di girasole e papaveri, i sottoboschi, i formicai, esseri invertebrati, batteri, fanno parte della manifestazione sensibile di un’attività che necessariamente nasce da principi attivi ecologici autopoietici.

Camminando per antichi sentieri riconosciamo improvvisamente i luoghi dove l’Io-psyché dell’essere umano, dopo aver camminato, si è fermato ed ha costruito in diversi modi i luoghi in cui ha vissuto e come lo ha fatto. Le diverse espressioni parlano di tradizione, nella loro manifestazione sensibile e sovrasensibile.

Attraverso l’E.Co.A. possiamo, quindi, incontrare tutte le ere di noi stessi, dall’età del fuoco al medioevo, ad oggi, prima di quel tempo e oltre è, quindi, una forma di archeologia coscienziale autopoietica perché rielaboriamo tutto questo attraverso la visione interiore, accedendo al nostro inconscio collettivo e autopoietico, quando, dopo un percorso realizzato, un’escursione, giungiamo nel luogo interiore ed esterno dove vogliamo rivivere, ricostruire la storia.

Allo stesso modo, quando decidiamo di uscire dalla manifestazione sensibile ordinaria ed entrare in processi ecologici innati essenziali, quando esploriamo in profondità una grotta, la speleologia coscienziale,

dopo averla raggiunta, avendo superato percorsi difficili, impervi, densi, lasciandoci trasportare dalla corrente di un ruscello, il torrentismo coscienziale autopoietico.

Tutto questo si collega al tentativo di tornare a vivere l’essenza della natura, di noi stessi.

L’essere umano è la natura, la natura è l’essere umano, con la Sigmasofia ecologica ritorniamo a vivere ecologicamente noi stessi.

Non ci interessa, come riferimento di base, raggiungere un luogo con un mezzo meccanico (e questo non significa che non ne facciamo uso), ma, quando possibile, privilegiamo il sistema naturale: camminare, correre, nuotare (…).

Ogni singolo articolo del manifesto della Sigmasofia ecologica sarà praticato riconosciuto integrato attraverso la pratica delle tecno-ontos-sophos-logie sigmasofiche e naturali e inerenti la

maieutica sigmasofica ecologica.

Per vivere le estensioni non locali di noi stessi, dove è possibile ammirare le bellezze autopoietiche edificate direttamente dalla natura e dove l’Io-psyché dell’essere umano ancora non è intervenuto con le sue opere.

La collina e la montagna e i boschi, le foreste, i fiumi, le cascate, i canyons, le grotte, il mare, il cielo, sono espressioni dell’automatismo di autopoiesi continua naturale presente nel cuore dell’atomo, delle particelle che hanno saputo aggregarsi creando le morfologie che percepiamo.

L’incontro con una di quelle morfologie coincide sempre con l’incontro, con i processi che hanno saputo edificarli.

La Sigmasofia ecologica ha come suo specifico scopo l’incontro vissuto con queste forme di autopoiesi continua, raggiungendole dal cuore delle sue manifestazioni sensibili più belle e straordinarie.

Per raggiungere alcune località particolari dell’Universi-parte che siamo, spesso dobbiamo superare numerosi ostacoli, naturali e interiori.

Una montagna può essere alta migliaia di metri e a quell’altezza il clima si modifica, la temperatura, la pressione e l’ossigeno diminuiscono e, spesso, si incontra più vento. L’Io, il corpo, pur essendo parte integrante di questi processi, non avendoli in generale più allenati, deve ricostruirsi quella relazione con quella parte di se stesso, e quei cambi di temperatura, di pressione, di ossigeno, sono anche processi psichici, difese, che dobbiamo superare per reintegrarci, vedremo più avanti come.

 Nello stesso modo, immersi nell’acqua di un fiume o del mare, tutta una serie di parametri si modificano, così nell’aria, nel bosco (…).

Vi indico il primo di una serie di punti di base fondamentali per praticare la Sigmasofia ecologica.

Lo stato di fusionalità empatonica ed autopoietica con la natura.

Essere in uno stato consapevole di fusionalità con qualche cosa significa conoscerlo da dentro e conoscerlo significa intuirne i movimenti, gli orientamenti e quindi saper prevenire e con-partecipare effetti, anche in considerazione di eventuali situazioni di pericolo. Attraverso questa fusionalità vissuta, non solo è possibile prevenire una difficoltà attraverso il vissuto diretto, ma anche conoscere, sapere cosa fare, come affrontare le eventuali situazioni di difficoltà.

Dalla fusionalità possiamo arrivare a sapere prevenire e saper affrontare situazioni esistenziali. La fusionalità è l’antidoto dell’imprudenza, essere parte integrante di un processo naturale ci fa partecipare sempre più alle sue attività di creazione continua e questo non sono prudenti o imprudenti (che è una valutazione umana), esse operano ecologicamente secondo automatismi innati di cui siamo parte e che dobbiamo rendere consapevoli.

La fusionalità empatonica vissuta è il terreno dove opera il ricercatore in Sigmasofia, da cui farà emergere conoscenza vissuta di se stesso; l’Universi-parte, transfinito.

Nello Mangiameli


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